Avvicinamento: Da Perugia E45 direzione nord per Cesena, Bologna A14, Padova A13, passante di Mestre A4, Belluno A27, Pieve di Cadore SS 51, Lozzo di Cadore SS51B, Auronzo di Cadore SS 52, Misurina SS 48, Strada barriera per rifugio Auronzo. Km 540. Tempi 7 ore ca.
Arriviamo alla barriera di pedaggio sulla strada che porta al rifugio Auronzo poco prima delle ore 16 del 25.07. Decidiamo di lasciare l'auto al parcheggio posto a ridosso della barriera ed in breve ci incamminiamo per il sentiero N° 119 (ore 16.10, quota 1850 mt) che, dal lato destro del parcheggio, sale in mezzo al bosco. Dopo aver percorso poco più di 600 mt lasciamo il sentiero N° 119 per prendere quello a sinistra per il rif. Auronzo (indicato con tabelle). Si continua a salire alternando tratti di sentiero in salita ed in piano. Più in alto si raggiunge la strada asfaltata che dalla barriera porta al rifugio. La traversiamo e quindi dopo un tratto di sentiero abbastanza ripido arriviamo al Rif. Auronzo (ore 17.27, quota 2320 mt, dist. 3.49 km). L'avvicinamento al Rif. Auronzo dalla barriera è un percorso che vale la pena di fare a piedi anche se la presenza di una comoda strada asfaltata inviterebbe a prendere l'auto. Dalla barriera si vedono a malapena le Tre Cime seminascoste dal bosco, mentre percorrendo il sentiero si riesce a scoprirle man mano che si sale. Sempre dal sentiero, si gode la vista di altri monti come alcune spettacolari cime dei Cadini che affiancano e sovrastano questo tracciato.
Il Rif. Auronzo è collocato sul lato sud delle Tre Cime proprio a ridosso di queste enormi pareti che lo sovrastano. Dal rifugio si continua in direzione est per comoda strada carrabile (sent. N°101) fiancheggiando, a sinistra, la base delle Tre Cime e sulla destra la lunga valle di Lavaredo che si chiude in fondo con il paese di Agordo. In questo tratto, prevalentemente piano con leggera pendenza, si trova la Cappella degli Alpini e poco oltre il Rif. Lavaredo meta della giornata (ore 17.55, quota 2344 mt, dist. 5.19 km). Il rifugio Lavaredo costruito negli anni cinquanta, da poco ristrutturato, è uno dei punti di partenza per escursioni ed arrampicate sulle tre cime. Gestione privata, 30 posti letto, un buon standard di qualità. La mattina del 26.07 ci muoviamo dal rifugio alle ore 7.26 (quota 2344 mt.) e ci incamminiamo lungo il sentiero N° 101 che dalle spalle del rifugio inizia a salire in direzione della forcella Lavaredo posta tra la Piccola Cima e la Croda Passaporto. In breve arriviamo alla forcella Lavaredo (ore 7.40, quota 2454, dist. 0,613 km). Dalla forcella, affacciata a nord, vediamo, sullo sfondo, i monti di Sesto e più vicino il Rif. Locatelli. Si scende sino ad incrociare una traccia di sentiero sulla destra, alternativo al N° 101, che mantenendo la quota ,taglia il ghiaione posto a ridosso della Croda Passaporto e del M.te Paterno. Percorriamo questo lungo traverso sino a raggiungere la Salsiccia di Francoforte, un curioso monolite posto sul sentiero Innerkofler che anticipa le gallerie che si trova in posizione dominante rispetto al vicino Rif. Locatelli. (ore 8.26, quota 2425 mt, dist. 2.36 km).
Da questo punto inizia il percorso più interessante della escursione. Si attraversa la prima galleria abbastanza breve, dotata di varie feritoie che si affacciano nei due fronti opposti con magnifica vista del panorama circostante. Dopo un breve tratto di cengia artificiale si arriva alla seconda galleria molto più lunga della precedente (300 mt.), completamente buia (serve la torcia), con una ripida parte iniziale che si supera con gradoni e corrimano in fune metallica. L'uscita dalla galleria è a sinistra e si affaccia sul versante nord con un piccolo slargo che accede all'attacco della ferrata De Luca-Innerkofler (ore 8.58, quota 2510 mt, dist. 2.95 km). Si supera un primo tratto di parete verticale attrezzato, poi si continua liberi sino ad incontrare un costone di nuovo attrezzato ed, in ultimo, un canalino che porta alla forcella del Camoscio (ora 9.39 quota 2650 mt, dist. 3,32 km). Dalla forcella procediamo verso la cima del M.te Paterno scendendo di poco sulla nostra destra per affrontare un tratto di parete verticale attrezzato (diverso da quello della discesa) che in breve ci porta a raggiungere una zona libera e gradonata e che facilmente ci permette di raggiungere la vetta del M.te Paterno (ora 9.57, quota 2745 mt, dist. 3.60 km.). La vista dalla cima del Paterno è notevole con una panoramica totale su questo comprensorio che comprende da un lato cime importanti e, dall'altro, testimonianze ancora visibili della prima guerra. Alle ore 10.09 riprendiamo a scendere dalla cima del Paterno seguendo lo stesso tratto gradonato fatto in salita, mentre per la parete verticale si segue una via diversa, sempre attrezzata, che poi riconduce alla forcella del Camoscio. Dalla forcella del Camoscio si continua per il sentiero attrezzato delle Forcelle in direzione est. Si sale e si scende prevalentemente su cengia con alcuni passaggi di tratti attrezzati e ponti in legno. Arriviamo così alla forcella dei Laghi (ora 11.37, quota 2550 mt, dist. 5.01 km.). Il passaggio della forcella dei Laghi offre una magnifica visuale che si affaccia a nord con alcuni specchi d'acqua nel piano sottostante ed, in profondità, con le cime delle Dolomiti di Sesto, cioè, a partire da destra verso sinistra, la cima Undici, la cima Una, il Crodon di San Candido e il Lastron dei Scarperi. Si continua in direzione est con percorsi parzialmente attrezzati o liberi sino a raggiungere ed aggirare la Cresta dei Camosci. Poi il percorso si apre, e da sentieri stretti o su cengia si passa ad un tracciato ampio, su prato. Ma appena superato un tratto in discesa di percorso facile questo si interrompe per infilarsi in una fenditura ripida e stretta, attrezzata con funi metalliche. Si scende fino a raggiungere il fondo di questo crepaccio per poi risalire sul lato opposto, aiutati sempre, nei passaggi più difficili, da funi di acciaio. Raggiunta la sommità opposta di questo intaglio, il sentiero continua senza difficoltà in discesa e per un breve tratto su zona aperta, sino a raggiungere una traccia a mezza costa posta sul versante sud delle Crode dei Piani. E' un tratto abbastanza lungo che si riesce a seguire con la vista nella sua interezza. Lo percorriamo senza difficoltà sino a raggiungere il punto di svolta dove si inizia a salire per tornanti in corrispondenza ad un dosso. Raggiunto quindi un livello di quota superiore, il sentiero continua ad aggirare il dosso mantenendo la quota. In questo punto, come in altri precedenti, troviamo ancora evidenti testimonianze di guerra. Si continua in direzione nord ed in breve arriviamo alla Forcella Pian di Cengia (ore 12.20, quota 2522 mt, dist. 6.28 km.).
Sulla Forcella Pian di Cengia si incrociano vari sentieri: il N° 104 e il N°101 provenienti da est e rispettivamente dal Rif. Lavaredo e dal Rif. Comici, il sentiero che continua verso il Rif. Pian di Cengia in direzione nord ed infine il N° 101 in direzione ovest che porta al Rif. Locatelli.
Decidiamo di allungare l'escursione facendo una puntata, avanti e indietro, al Rif. Pian di Cengia per il piacere di vedere questo rifugio e scoprire un altro scorcio di panorama. Da questo rifugio parte una piacevole escursione sulle Crode Fiscaline punto panoramico di notevole interesse con vista della Val Fiscalina con l'abitato di Moso, ultimo paese dell'alta Val Pusteria.
Una volta raggiunto il Rif. Pian di Cengia e dopo aver scattato qualche foto di questa parte di panorama ritorniamo alla Forcella Pian di Cengia (tempo impiegato avanti e indietro 30 mn. ca.) per continuare con il sentiero N° 101 in direzione del Rif. Locatelli.
Dalla forcella Pian di Cengia il sentiero per il Locatelli scende per un buon tratto su tornanti per poi continuare a mezza costa sul ghiaione posto al lato nord dell'intera cresta percorsa precedentemente in quota. Incontriamo così, in posizione ravvicinata, i laghi visti dall'alto. Il percorso, dopo un tratto senza forti variazioni di quota, torna a salire ed in breve arriviamo al Rif. Locatelli (ore 13.31, quota 2405 mt, dist. 10.08 km.).
Il rifugio Locatelli di proprietà del CAI di Padova con capienza di 210 posti letto è situato nel cuore della Dolomiti di Sesto e per questa sua invidiabile posizione è il rifugio più frequentato della zona.
Da questo posto viene scattata la foto più famosa e conosciuta delle Tre Cime di Lavaredo.
Quando arriviamo al rifugio Locatelli troviamo tutta l'area intorno al rifugio ed il rifugio stesso affollato di persone di ogni età e nazionalità.
Abbiamo prenotato un pernottamento, ma vista la grande confusione di gente non osiamo avvicinarci per prendere contatti e farci assegnare i posti letto.
Considerato il tempo bello e l'aria mite preferiamo attendere e restare fuori occupando una porzione di spazio libero su di un prato a goderci un magnifico sole e la vista di un panorama spettacolare.
Per tempo riusciamo a prendere possesso dei nostri posti letto e a verificare lo standard di qualità del servizio in questo rifugio che giudichiamo buono.
Il giorno successivo, 27.07, riprendiamo a muoverci alle ore 7.46.
Come programma della giornata è previsto di fare un percorso più breve per lasciare tempo al viaggio di ritorno a casa e da concludere nel giorno stesso.
Andiamo alla Torre di Toblin, poco distante dal rifugio, dove c'è una ferrata breve ma non proprio banale. Arriviamo in poco tempo all'attacco della ferrata dopo aver aggirato sul fianco a sinistra la Torre (ore 8.39, quota 2584 mt, dist. 1.2 km.). Per la salita si percorre un tratto attrezzato posto a nord della Torre ed è prevalentemente costituito da scale metalliche. Lo sviluppo è quindi verticale anche se c'è un primo breve tratto libero e uno successivo attrezzato con funi d'acciaio. Alcuni tratti sono esposti e quindi vanno affrontati con cautela assicurandosi alle funi. Dopo aver superato spigoli e camini sempre verticali si raggiunge la cima della Torre di Toblin in tempi abbastanza brevi (ore 9.05, quota 2615 mt, dist. 1.33 km.). Restiamo su questa cima solo il tempo per fare alcune foto e per guardarci intorno e ammirare i monti vicini. In direzione sud si vede di nuovo la vetta del M.te Paterno, conquistata il giorno prima. Da questo lato il Paterno presenta un aspetto molto forte con una cima piuttosto acuminata. A sud-ovest vediamo le Tre Cime con una visuale diversa da quella del Locatelli, sembrano meno imponenti per il fatto che ci troviamo ad una quota maggiore di quella del rifugio, a nord le cime degli Scarperi e più lontano a sinistra la Rocca dei Baranci. Dopo ca. 15 mn scendiamo seguendo un percorso attrezzato diverso da quello della salita, più spostato ad est.
A differenza del percorso a salire, su questo a scendere non ci sono scale, ma funi metalliche su rocce gradonate, quindi meno verticalità anche se non mancano punti esposti.
Alle ore 9.35 usciamo dal percorso attrezzato della Torre di Toblin e con comodo sentiero che continua a scendere sul lato est della Torre ritorniamo al Rif. Locatelli. Arriviamo al rifugio dove avevamo lasciato gli zaini che non sarebbero serviti per questo breve percorso (ore 9.46, quota 2405 mt, dist. 2.42 km.).
Restiamo ancora un poco al rifugio prima di ripartire, le condizioni del tempo sono buone e questa è una ragione in più per ritardare la partenza e goderci lo spettacolo che abbiamo di fronte. Alle ore 11.15 decidiamo di far ritorno. Prendiamo il sentiero N° 105 che dal rifugio scende sulla destra ed aggira le Tre Cime passando per il Pian Darin, Col Forcellina per chiudere sulla forcella del Col de Medo. In questo lungo tratto che prima scende sino ai piani per poi risalire in ultimo al Col de Medo abbiamo come visuale più importante il lato nord delle Tre Cime che emergono dai lunghi ghiaioni che gli fanno da contrafforte alla base. Viste così dal basso sembrano anche più imponenti, il dislivello di quota tra il punto in cui ci troviamo, Col Forcellina (2232 mt) rispetto alla punta più alta della Cima Grande 2999 mt è di ben 767 mt .
Raggiunto il Col de Medo (ore 12.32, quota 2315 mt, dist. 3.98 km) siamo indecisi su come procedere. Dalla carta risulta che da questo punto c'è un sentiero che potremmo prendere per tornare al punto di partenza (barriera strada per il Rif. Auronzo) in alternativa a quello di continuare con il N° 105. Proviamo a percorrere questo nuovo sentiero, ma non troviamo nè indicazioni nè segni che possano darci la certezza che poi questo tracciato possa realmente riportarci al punto che è indicato nella nostra mappa. Così, nell'indecisione, ritorniamo sui nostri passi e continuiamo con N° 105 che passa per il Rif. Auronzo.
In breve arriviamo al parcheggio del Rif. Auronzo percorrendo un comodo sentiero a mezza costa con alcuni saliscendi, ma prevalentemente in quota. Poi seguiamo il sentiero che abbiamo fatto a salire due giorni prima, arrivando alla barriera della strada dove avevamo parcheggiato la macchina
(ore 14.04, quota 1851mt, dist. 8.51 km).
La Barriera sulla strada per il Rif. Auronzo
Il sentiero per il Rif. Auronzo con sullo sfondo le Tre Cime
Il Rif. Auronzo
Il sentiero N° 101 che porta al Rif. Lavaredo
Le Marmarole
Il Rif. Lavaredo
Le Tre Cime vista dalla Forcella Lavaredo
Il sentiero alternativo al N° 101 a mezza costa sul ghiaione che porta al Rif. Locatelli
Le Tre Cime viste dalla Salciccia
Ingresso prima galleria
Interno prima galleria
Interno prima galleria
Ingresso seconda galleria
Passaggio tra la prima e la seconda galleria
Interno seconda galleria
Attacco ferrata De Luca Innerkofler
Tratto intermedio ferrata De Luca Innerkofler
La forcella del Camoscio
Rif. Locatelli dalla forcella del Camoscio
La parete attrezzata per la vetta del M.te Paterno
Il tratto gradonato per la vetta del Paterno
Ancora un tratto gradonato per il Paterno
Le Tre Cime dalla vetta del Paterno
La Val Rinbon dalla vetta del Paterno
Il Rif. Locatelli dalla vetta del Paterno
La Val Fiscalina dalla vetta del Paterno
La vetta del M.te Paterno
Si scende dal Paterno
Folla sulla forcella del Camoscio
Vista a nord dei laghi
Tratto di sentiero attrezzato delle Forcelle
Il M.te Paterno visto dal sentiero delle Forcelle
Le Tre Cime tra la Croda Passaporto ed il M.te Paterno
Passaggio sul sentiero delle Forcelle
Testimonianze della prima guerra
Il crepaccio del sentiero delle Forcelle
Il fondo del crepaccio con vista a sud
La sommità del crepaccio
Il sentiero sul ghiaione della Croda dei Piani
La forcella Pian di Cengia
Il Rif. Pian di Cengia
Il sentiero N° 101 del laghi per il Rif. Locatelli
Il Rif. Locatelli
Il M.te Paterno visto dal Locatelli
Tre amici, Tre Cime
La Torre di Toblin
La ferrata a salire sulla Torre di Toblin
Altro passaggio a salire sulla Torre
La cima della Torre di Toblin
Il M.te Paterno dalla Torre di Toblin
Le Tre Cime dalla Torre di Toblin
La discesa dalla Torre di Toblin
I laghetti di Colforcellina
Le Tre Cime da Nord-ovest
La Forcella di Col de Medo
Conclusioni
Quando una escursione è inserita in un comprensorio di grande bellezza e fascino come è questo delle Tre Cime di Lavaredo ogni dato tecnico che riguardi i percorsi perde di significato. Le difficoltà, l'impegno fisico e quello psicologico sono meno importanti e diventa prioritario solo l'ambiente che non ci si stanca mai di contemplare. A conclusione di questa escursione mi restano in mente
solo le montagne osservate nelle varie ore del giorno con le sfumature di colore che cambiano continuamente e le fanno sembrare sempre diverse. Allora quando in questi stessi posti si vedono alcune testimonianze di guerra che fanno pensare alle tante sofferenze e sacrifici che in altri tempi, uomini come noi, hanno fatto con ben altri intenti dei nostri, si prova un grande senso di sgomento e la sensazione di quanto spesso, nella nostra vita, non si riesca a cogliere quello che di meglio ci offre la natura. La compagnia di amici che in questa esperienza hanno condiviso ed apprezzato la bellezza dello spettacolo di natura di questi tre giorni trascorsi insieme ha rafforzato questa grande soddisfazione.
Dati parziali per giorno e totali:
Ascensa: 534 mt. 1° g.; 839 mt. 2°g. 707 mt 3°g. Tot. 2080 mt
Discesa: 43 mt 1° gg; 771 mt. 2° g.; 1266 mt. 3°g. Tot. 2080 mt
Tempo impiegato: 105 mn.1° g. - 365 mn 2° g. 378 mn 3° g. Tot. 848 mn.
Distanza: 5190 mt. 1° g.; 10210mt. 2° g. ;11040 mt. 3° g ; Totale 26440 mt.
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